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graffiti_pompeiani
23 mai 2006

ITER CAMPANUM

                                                        ITER CAMPANUM

Sono trascorsi già alcuni giorni da quando io, Mario, la mia compagna di classe Tullia e le nostre ospiti Silvie e  Juliette, venute da Lutetia Parisiorum e  Augustoritum per  qualche settimana da noi in Italia, siamo partiti da Roma per visitare interessanti città e luoghi della Campania e del Sannio. Da Roma, quindi, ci siamo diretti verso la Campania felix, percorrendo la via Appia.

Giunti a Capua, le amiche mi chiedono di fare una deviazione dal percorso della Regina Viarum: visitare la città di Pompei, di cui hanno tanto sentito parlare nella Gallia.

POMPEI

La città di Pompei si estende ai piedi del Vesuvio ed è vicina ad Ercolano, Stabia ed Oplonti. Ci hanno consigliato di entrare in città da Villa dei Misteri, perché oggi c’è molta gente in giro. La villa si trova un poco fuori città, perché negli ultimi decenni del II sec. a.C. prese il via la moda, da parte dell'aristocrazia romana, di costruirsi lussuose ville in Campania. Lungo tutta la costa, dai Campi Flegrei alla Punta della Campanella della penisola sorrentina, i più importanti personaggi storici di Roma vennero a costruire le loro ville: da Scipione l'Africano che possedeva una villa a Liternum, alla figlia Cornelia, che nella villa di Miseno educò i suoi figli, i celebri Gracchi, a Mario, Silla, Pompeo, Cesare, Bruto, Cicerone.

Quella detta dei Misteri è una villa, definita rustica, destinata alla produzione agricola. A Pompei essa costituisce uno dei migliori esempi di queste ville suburbane, signorili e rustiche insieme, che sono sorte numerose nel territorio vesuviano, unendo la parte residenziale lussuosa, ad una zona produttiva. La Villa dei Misteri é forse l'edificio più noto ed ammirato di Pompei, e non senza motivo, sia perché é il più bello e completo esempio di una grande villa suburbana, sia perché i suoi vari ambienti sono decorati con pitture di alto livello artistico, in particolare la sala tricliniare ove é il grandioso fregio figurato che ha dato il nome alla villa.

                                                    Pompei: Villa dei Misteri                  

Nel Foro un sacco di gente. E’ luglio, mese di votazioni. Possibile che le elezioni richiamino tanta gente!  Nel comitium i cittadini romani elettori  esprimono il loro voto (suffragium) scrivendo su tavolette cerate il nome del candidato preferito. Sui muri esterni delle case si leggono molte scritte di colore nero o rosso: sono manifesti elettorali che invitano a votare per questo o per quel candidato. Bisogna eleggere i duunviri e gli edili che amministreranno la città nel prossimo anno.

- M(arcus) Lucretius Fronto vir fortis / et ho[nore dignus]  (AE 1901, 00181) 

- M(arcum) Samellium Modestum / aed(ilem) d(ignum) r(ei) p(ublicae) o(ro) v(os) f(aciatis) / iuvenem probum (AE 1902, 00191) 

- Cn(aeum) Helvium Sabinum et / M(arcum) Samellium Modestum aed(iles) d(ignos) r(ei) p(ublicae) o(ro) v(os) f(aciatis)  (AE 1902, 00192 )

- M(arcum) Samellium Modestum aed(ilem) / v(iis) a(edibus) s(acris) p(ublicis) p(rocurandis) vicini rogant  (AE 1902, 00193) 

- Si pudor in vita quicquam prodesse putatur / Lucretius hic Fronto dignus honore bene est  (AE 1902, 00194 = AE 1905, 00191)

- Casellium / vindemitores / aed(ilem) rog(ant) (AE 1907, 00117)

- C(aium) Lollium / Fuscum IIvir(um) v(iis) a(edibus) s(acris) p(ublicis) p(rocurandis) / Asellinas(!) rogant(!) / nec sine Zmyrina (AE 1912, 00237, CIL IV, 07863 )

Le donne non hanno diritto di voto, ma partecipano attivamente alla campagna elettorale. Come la proprietaria e le cameriere di una delle più accorsate locande di Pompei:

Ces dames proclament, avec leur patronne ou en leur nom propre leur engagement en faveur de tel ou tel candidat :

Ceium Secundum

IIv i d Asellina rog

CIL IV, 07873

Ceius Secundus duumvir. Asellina vous le recommande

Cn Helvium Sabinum

aed d r p ovf Aegle rogat

CIL IV, 07862

Gnaeus Helvius Sabinus édile. Il est digne de gérer la collectivité. Votez pour lui. Aeglé vous le recommande.

Cn Helvium Sabinum

aed d r p ovf Maria rogat

CIL IV, 07866

Gnaeus Helvius Sabinus édile. Il est digne de gérer les affaires publiques. Maria vous le recommande.

Mais ce genre de recommandation ne satisfaisait pas certains candidats : Polybius le boulanger, candidat au duumvirat, fait effacer le nom de ces demoiselles. Pourtant, sous la peinture blanche le nom en rouge se devine encore : la publicité peut toucher sa cible mais l’honneur est sauf !

C Iulium Polybium

IIvir Zmyrina rog

CIL IV, 07864

Zmyrina vous recommande Gaius Julius Polybius comme édile.

C. Iulium Polybium

IIvir Cuculla rog

CIL IV, 07841

Cuculla vous recommande Gaius Julius Polybius comme duumvir.

Abbiamo sentito tanto parlare del thermopolium di Asellina, sito in via dell’Abbondanza, che le mie  compagne desiderano farvi una visita.

Interno del thermopolium di Asellina.

Tra tutti i locali e le botteghe che si aprono su via dell'Abbondanza, il termopolio di Asellina, "luogo in cui si vendono bevande calde", deve essere uno dei più famosi del quartiere. Infatti, sulle pareti ai lati dell'ingresso, una serie di iscrizioni parietali ricordano il sostegno dato dalla padrona e dalle cameriere del locale ai candidati durante le elezioni.
All’interno del termopolio c’è il bancone [lasciato oggi così come rinvenuto durante lo scavo] e tutto il servizio, composto da vasi per bere o per conservare bevande calde e fredde, necessari all'attività del locale.

Le plus connu des thermopolia de Pompéi reste sans conteste celui que dirigeait Asellina dans le rue de l’Abondance. Un escalier conduisait aux chambres de l’étage où les serveuses de l’établissement se livraient à la prostitution : Cuculla, « le Capuchon », la Pompéienne, Aéglé la Grecque (Aàglh : « Lumière du jour »), Maria la Juive, Zmyrina l’Orientale (« de Smyrne »). Ici encore, la façade recouverte d’affiches emmêlées laisse imaginer un certain tapage.

Si può scegliere la qualità del vino da bere, a Pompei ( venti secoli fa). La possibilità di acquisto dipende solo e unicamente dalle tasche del compratore.
Il vino, i pompeiani lo sanno produrre: hanno imparato il segreto in anni di sperimentazione e coltivazione. Gli impianti che si sviluppano sia all'interno delle mura cittadine che nei poderi delle decine e decine di ville rustiche che punteggiano il territorio, vedono crescere in particolare la specie «Murgentina». Una vite che deve il nome alla città siciliana di Morgantina e che a Pompei ha avuto uno sviluppo talmente interessante da cambiare il nome originario in «Pompeiana». Altra varietà è l'«Holconia», originaria dell'Etruria.

Pompei: torchio per il vino (ricostruzione)

Alla vendemmia, provvede una particolare categoria di lavoratori: vindemitores; successivamente, avviene la pigiatura con i piedi; il tutto trasferito  nel torcularium, dove è sistemato il torchio. Le vinacce, pressate, rilasciano il succo d'uva che viene avviato nei dolia, grossi recipienti  della capacità di diverse migliaia di litri. Prima, della conservazione, i dolia, vengono lavati e disinfestati con acqua di mare e impeciati con resine di pino, materiali facilmente recuperabili sia per la presenza dei boschi che per la vicinanza del mare. I contenitori vengono interrati, per evitare sbalzi di temperatura alla bevanda, chiusi con tappi (forse di sughero o legno) e sigillati con pece o resina.
Produttori di vini a Pompei sono gli Arrii; assieme a loro, produce vino Asinio Proculo, che è conosciuto perché produttore di un particolare vino: asiniano racemato, [ un d.o.c. dell'epoca]. Famosi, sono, ancora i fratelli Vettii: Conviva e Restituto, che proprio con il vino e la vendita di grosse partite si sono arricchiti e costruiti la stupenda dimora dove vivono. Famoso, a Pompei, è l'oste Eusino: bastava solo scrivere a «Euxino» sulle anfore a lui destinate che il prodotto gli giunge sin nelle cantine.

Tra le ostesse di rango, c’è  Asellina, nel cui thermopolium ci troviamo ora. Ella gestisce personalmente il suo locale, sulla via dell'Abbondanza [una specie 5° strada di New York dell'epoca]. Da lei si può gustare un cocktail alla moda del fast food, la «posca», ottenuto mescolando acqua, uova, e vino acido. Il vino di Asellina è rinomato, caldo d'inverno e fresco d'estate per la neve che gli viene aggiunta. Il locale ha anche un'altro pregio: il servizio è prestato da tre avvenenti ragazze: Smiryna, Maria e Egle.

Si fa un’eccezione per le mie amiche, perché alle donne di regola non vengono servite bevande alcoliche nei locali pubblici, come dice Plinio (Non licebat id feminis Romae bibere. invenimus inter exempla Egnati Maetenni uxorem, quod vinum bibisset e dolio, interfectam fusti a marito, eumque caedis a Romulo absolutum. Fabius Pictor in annalibus suis scripsit matronam, quod loculos in quibus erant claves cellae vinariae resignavisset, a suis inedia mori coactam. (Historiae Naturalis Libri, XIV,89).

Ci facciamo servire  cocomeri sbucciati col garum  (cucumeres rasos ex liquamine) e delle polpette di mare fatte con granchiolini, gamberi, calamari, seppie e aragoste, condite con pepe, ligustico, cumino e radice di laser (Esicia marina de cammaris et astacis, de lolligine, de sepia, de locusta. Esicia condiuntur pipere, ligustico, cumino, laseris radice). La nostra amica Silvie preferisce invece una torta di pesche (patina de persicis) (Apicius, De re coquinaria, II, 1,1; III, 6, 1;  IV, 2, 34).

Mentre al tavolo gustiamo  la “posca” e Silvie la torta, ascoltiamo un signore seduto al tavolo accanto che parla con un suo amico dello spettacolo che si svolgerà nel primo pomeriggio nel teatro della città. “Il prologo –dice con voce pacata questo signore- ha una funzione importantissima nella commedia. Quando lo spettacolo sta per iniziare

iubet ,

bonoque ut animo sedeate in subselliis,          
et qui esurientes et qui saturi venerint:
qui edistis, multo fecistis sapientius,
qui non edistis, saturi fite fabulis;
nam cui paratumst quod edit, nostra gratia
nimia est stultitia sessum impransum incedere
.

“E  poi -interrompe l’amico- non ha più nessun compito?”  L’altro prontamente “ Macchè, dopo che il banditore ha richiamato l’attenzione degli spettatori, il prologo si rivolge al pubblico e invita tutti gli spettatori ad avere occhi ed orecchi solo alla rappresentazione:

Bonum factum esse, edicta ut servetis mea.
scortum exoletum ne quis in proscaenio
sedeat, neu lictor verbum aut virgae muttiant,
neu dissignator praeter os obambulet
neu sessum ducat, dum histrio in scaena siet.     
diu qui domi otiosi dormierunt, decet
animo aequo nunc stent, vel dormire temperent.
servi ne obsideant, liberis ut sit locus,
vel aes pro capite dent; si id facere non queunt,
domum abeant, vitent ancipiti infortunio,           
ne et hic varientur virgis et loris domi,
si minus curassint, quom eri reveniant domum.
nutrices pueros infantis minutulos
domi ut procurent neu quae spectatum adferat,
ne et ipsae sitiant et pueri pereant fame             
neve esurientes hic quasi haedi obvagiant.
matronae tacitae spectent, tacitae rideant,
canora hic voce sua tinnire temperent,
domum sermones fabulandi conferant,
ne et hic viris sint et domi molestiae.             
Quodque ad ludorum curatores attinet,
ne palma detur quoiquam artifici iniuria
neve ambitionis causa extrudantur foras,
quo deteriores anteponantur bonis:
et hoc quoque etiam, quod paene oblitus fui.     
dum ludi fiunt, in popinam, pedisequi,
inruptionem facite; nunc dum occasio est,
nunc dum scriblitae aestuant, occurrite.
Haec quae imperata sunt pro imperio histrico,
bonum hercle factum pro se quisque ut meminerit
.

(Plautus, Poenulus, vv. 1-45)

“Dimmi – chiede ancora l’altro signore - quale commedia sarà rappresentata questo pomeriggio?” E l’amico: “T. MACCI PLAVTI AMPHITRVO. Hoc est argumentum: 

Amore captus Alcumenas Iuppiter
Mutavit sese in formam eius coniugis,
Pro patria Amphitruo dum decernit cum hostibus.
H
abitu Mercurius ei subservit Sosiae.
I
s advenientis servum ac dominum frustra habet.
Turbas uxori ciet Amphitruo, atque invicem
Raptant pro moechis.
Blepharo captus arbiter
Vter sit non quit Amphitruo decernere.
Omnem rem noscunt. geminos Alcumena enititur
.

Pompei: Teatro grande

Paghiamo alla cameriera quanto dovuto per le bibite e il pasto ; usciamo dal thermopolium più conosciuto di Pompei. Andiamo verso il mercato (forum cupedinis) per acquistare qualcosa di utile nel viaggio. Qui vediamo esposto del pesce bellissimo (inque eo piscatum opiparem expositim videmus). Accanto a noi un signore, anche lui attirato da quel ben di Dio, chiede al pescivendolo il prezzo, che gli viene indicato in cento nummi; rifiuta, e lo ottiene per venti denari (percontato pretio, quod centum nummis indicaret, aspernatus vigenti denariis praestinat).

Assistiamo ad una scena molto comica: al signore, che ha appena acquistato il pesce,  si fa incontro un tizio che si qualifica come suo vecchio compagno; questo nuovo arrivato, un uomo dal fisico atletico,  festosamente gli è addosso e lo abbraccia e bacia con affetto. Dalle parole, che i due si scambiano, comprendiamo che si tratta dell’edile della città, magistrato addetto proprio all’annona, il quale vuole dimostrare all’amico il suo potere castigando il pescivendolo, che a suo parere, ha venduto a caro prezzo un prodotto scadente.

Pompei: il Macellum

"Mi Luci – ait -  sat pol diu est quod intervisimus te, at hercules exinde cum a Clytio magistro digressi sumus. Quae autem tibi causa peregrinationis huius?" "Crastino die scies," inquit. "Sed quid istud? Voti gaudeo. Nam et lixas et virgas et habitum prorsus magistratui congruentem in te video." "Annonam curamus" ait "et aedilem gerimus et siquid obsonare cupis utique commodabimus." Abnuit, quippe qui iam cenae affatim piscatum prospexit. Sed enim aedilis, cui nomen est Pythias, visa sportula succussisque in aspectum planiorem piscibus: "At has quisquilias quanti parasti?" "Vix" inquit "piscatori extorsimus accipere viginti denarium."

Quo audito statim adrepta dextera postliminio illum in forum cupidinis reducens: "Et a quo" inquit "istorum nugamenta haec comparasti?" Lucius demonstrat seniculum: in angulo sedebat. Quem confestim pro aedilitatis imperio voce asperrima increpans: "Iam iam" inquit "nec amicis quidem nostris vel omnino ullis hospitibus parcitis, quod tam magnis pretiis pisces frivolos indicatis et florem Campaniae regionis ad instar solitudinis et scopuli edulium caritate deducitis? Sed non impune. Iam enim faxo scias quem ad modum sub meo magisterio mali debeant coerceri", et profusa in medium sportula iubet officialem suum insuper pisces inscendere ac pedibus suis totos obterere. Qua contentus morum severitudine  Pythias ac illi ut abiret suadens: "Sufficit mihi, o Luci," inquit "seniculi tanta haec contumelia.". (Apuleius, Metamorphoses, I, 24-25).

Fine prima parte

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